A voi che andate alla scoperta di nuovi borghi e angoli nascosti di Toscana, ecco i nostri consigli per una passeggiata estiva nel borgo di Gambassi Terme.


Il tempo lento dei borghi toscani

Nei borghi toscani come Gambassi Terme, quelli che non vivono l’ansia dell’orario continuato, il tempo rallenta, la vita procede a salti, quando e fintanto la temperatura lo permette.

Si esce per un caffè di prima mattina, si scambiano due chiacchiere in Piazza Roma, se è martedì si va al mercato della frutta e della verdura, altrimenti ci sono le botteghe del centro per fare la spesa. Nei vicoli dell’antico castello, il profumo di pomarola filtra dalle finestre aperte e si mischia al profumo di bucato.

Si percorrono i vincoli seguendo le ombre disegnate dagli alti edifici, si cammina costeggiando i caseggiati, col sollievo di qualche refolo d’aria fresca e l’odore di muschio proveniente dalle cantine aperte. Piano piano arriva qualche pellegrino, poi nel pomeriggio tutto si ferma, fino a quando non si rivedo bambini e anziani, a giocare e ritrovarsi all’aperto. Le seggioline di plastica sono sempre pronte, sparpagliate di fronte all’uscio di casa. Si sta, si osserva, si parla del più e del meno, si guarda passare la gente. Da Via del Sole fa capolino San Gimignano, se c’è vento, Membrino sventaglia il suo drappo, appollaiato lassù sulla torretta dell’orologio.

Sembrano scene da intervallo, con la Toccata in La Maggiore di Pietro Domenico Paradisi a fare da colonna sonora. A volte ci si domanda come siano ancora possibili questi siparietti da cartolina, quando tutto intorno è iper accelerato… ti chiedi se non sia tutto un grande Truman Show e se ci sei nato, arriva un momento in cui devi andare via… Ma c’è un richiamo, al ritmo lento, alla vita rilassata di paese, che prima o poi ci riporta qui.

A Gambassi Terme, in questo borgo fuori dalle mappe turistiche, seppur così vicino a tutto – in meno di 90 minuti si arriva a Firenze, Pisa, Siena e Lucca o verso il mare, che nelle giornate di sole si intravede oltre le colline della Val di Cecina – in questo paese a 332 metri sul livello del mare dove non c’è bisogno di inscenare l’autenticità perché è così che si vive davvero.

Ecco allora qualche suggerimento per godere al meglio di una passeggiata a Gambassi Terme!

Di porta in porta

Alzi la mano chi, in viaggio o di passaggio, non ha mai fotografato una porta.
Andare di porta in porta, soffermarsi in cerca dello scatto migliore, dell’inquadratura alla Wes Anderson, del taglio di luce giusto… accomuna molti di noi esploratori. Lo facevamo ancor prima che il fenomeno del doortrait – il ritratto di porta – diventasse un fenomeno social. Lo facevamo ancor prima della macchina fotografica, quando ritrarre una porta non era mai casuale: soglia, limite tra il mondo domestico e quello pubblico, come per i pittori fiamminghi, o tra reale e fantasia, come per Alice, che scopre il suo mondo delle meraviglie attraversandone una – , via di fuga.

Una porta chiusa ci spinge a immagine cosa nasconda, una porta aperta invita ad attraversarla.
È per questo che iniziamo il nostro viaggio a Gambassi Terme, parlando di porte.

Porta a Chianni
Iniziamo la nostra passeggiata a Gambassi Terme da Porta a Chianni – anche detta Porta Fiorentina – che dà il benvenuto ai pellegrini in cammino lungo la Via Francigena: è la soglia a nord est del castrum novum, edificato nel XII secolo e del cui impianto murario rimane ormai poco, sebbene tracce riconoscibili dell’antico castello siano visibili negli edifici tra Via Gonnelli e Via delle Campane.

Agli inizi del XIII secolo, tutta la Toscana fu teatro di aspre lotte tra comuni. Così anche Gambassi, conteso tra Volterra e San Gimignano, cui infine il borgo si sottomise nel 1268. Pochi decenni dopo arrivano i fiorentini, decretando il suo ingresso nell’orbita politica di Firenze. Gambassi d’altronde era uno snodo centrale e strategico, all’incrocio tra la Via Volterrana – percorsa già dagli etruschi sull’asse Firenze / Volterra e fondamentale per il commercio del sale – e la Via Francigena, percorsa da pellegrini, fedeli, mercanti e merci. All’epoca, costruire in collina non era una questione di panorama, ma di difesa da possibili attacchi e di protezione per la popolazione dell’intero contado.

Porte di ieri, porte di oggi
Il castrum di Gambassi Terme mantiene una diversità temporale ben rintracciabile nelle facciate dei suoi edifici. Ci parlano di altre storie ed epoche, i numerosi architravi e gli archi di porte e finestre che non esistono più, in un dialogo tra passato e presente che sembra quasi di poter ascoltare. Tracce che parlano, se si sa osservare, se si tiene la testa per aria, in cerca di prove, d’indizi.

In Via delle Campane ad esempio, di fronte al Vicolo dell’Oriolo, si apre una facciata modesta, in mattoni. A richiamare la vostra attenzione sarà proprio la sua porta a cassettoni, incorniciata da piante grasse e ceppi di legno dove rimangono in bilico i vasi di fiori. Oltre a quest’orchestra verde, vi consigliamo di osservare bene l’edificio; si tratta dell’antico Palazzo Pretorio. Convertito in abitazione privata nel Settecento, porta ancora in facciata due stemmi. In passato, era usanza che ogni podestà lasciasse il proprio blasone a memoria della propria carica – qui nei dintorni il caso più esemplare è Palazzo Pretorio a Certaldo – e qui, ne vediamo due: quello a sinistra incornicia un cane rampante, quello a destra è diviso da una fascia trasversale con tre stelle e otto raggi.

Di queste sorprese aeree, di queste immagini inaspettate e incastonate nelle facciate del centro storico, ce ne sono diverse: vi invitiamo a cercarle, a stare all’arta. Provate a rintracciare l’immagine votiva qui sotto ad esempio. Si tratta di un rilievo in bronzo, copia di una Madonna con Bambino di Antonio Rossellino, uno scultore fiorentino che seppe disegnare con lo scalpello e perfezionare l’arte della pittura in rilievo, appresa da Donatello .

Porte fiorite
Il numero 6 di Via delle Campane non è il solo angolo fiorito di Gambassi Terme. Camminando tra le vie del centro storico, troverete altre porte, altre piante, altri vasi, propaggini dello spazio domestico in strada. I nostri preferiti, quelli che vi consigliamo per uno scatto, sono in Piazza Castello e all’angolo tra Via Gonnelli e Vicolo del Giglio. Partiamo in piazza, dove non potrete fare a meno di rimanere imbambolati di fronte alle piante grasse della signora Maria Luisa. Se avrete la fortuna di incontrarla, di scambiarci due parole, se la trovate affacciata alla finestra, chiedetele come fa a curare questo piccolo bosco verticale. Lei vi dirà con modestia che sono a loro a far tutto. In realtà non può essere solo una questione di buona esposizione. Queste piante sono curate con affetto e passione… e si vede!

Un’altra passione di cui poco sapevamo prima di incontrarlo, è quella del signor Franco, proprietario di Casa Giulia, una porta incorniciata di giallo che si apre in salita, sul vicolo del Giglio. Le pareti intorno a casa sono abitate da strane creature verdi: radici, rami e palline pensili che sembrano bozzoli di terra e muschio. Sono piccole sculture appese e il loro vero nome è Kokedama. Si tratta di una tradizione nipponica, risalente al 1600, che permette di coltivare le piante, permettendo loro di affondare le radici nella terra per vivere poi sospese in aria. Noi non ne avevamo mai sentito parlare…voi?

Sull’odierna Piazza Roma, sul fronte volterrano dell’antico castrum, si apre il giardino comunale, un parco che sorprende in un paese così piccolo e a ridosso dell’aperta campagna. Eppure in questo parco accade tanta vita: all’ombra del pino nero, della robinia, del maestoso ippocastano, dei lecci e dei cipressi, nei pomeriggi di primavera o nelle serate estive si rincorrono le voci, i pianti infantili, gli amori adolescenziali… Da qui si gode un panorama straordinario. Vi consigliamo di concludere la vostra passeggiata a Gambassi Terme all’ora del tramonto, vi consigliamo di aspettarla, magari fermandovi a bere un bicchiere di vino in uno dei bar in piazza!

 

E ora qualche informazione utile:

Parcheggiare a Gambassi

In Piazza Arfaioli, con ingresso da Via del Teatro. È il parcheggio con accesso diretto al centro storico, si trova a due passi da Porta a Chianni.

In Piazza Giuseppe di Vittorio, di fronte alle Terme di Gambassi. In uscita vi ricordiamo di fare attenzione alla ZTL in Via Garibaldi! È attiva dal lunedì al venerdì dalle 17.00 alle 6 del mattino e tutto il giorno nel fine settimana. Il percorso alternativo per uscire dal paese è risalire Via Gramsci fino all’incrocio con la Strada Provinciale Volterrana.

Nel Parcheggio della Chiesa di Cristo Re, con accesso da Via Volterrana.

Mangiare a Gambassi

Vi consigliamo un detour in campagna, per godere ancor più del fresco collinare! In dieci minuti potete raggiungere:

Trattoria di Sant’Ilario
Strada Provinciale 4 Volterrana n. 127 Loc. Cabbialla

Immerso nella campagna, ospite dell’omonimo agriturismo, la Trattoria San’Ilario propone prodotti freschi di stagione e piatti che spaziano dalla tradizione regionale toscana – la classica fiorentina ad esempio – a guizzi di innovazione in cucina. Oltre al locale interno, una pergola coperta assicura una bella serata al fresco in tutta sicurezza!

Osteria Il Castagno
Via di Camporbiano Castagno 1/4, Località Castagno Val d’Elsa

Un luogo decisamente inaspettato in questo angolo di campagna, non la solita osteria con le tovaglie a quadri: Il Castagno è da anni curato e allestito con estro da Roberta Mazzaccheri e Massimo Farioli. In cucina, la chef Simona Gozzi, di recente finalista al contest televisivo Il Migliore Chef Italia.

Bistro Stella
Presso la Tenuta Il Quadrifoglio
Via Camporbiano, 20, Loc, 50050 Il Castagno FI

Il Bistro Stella è aperto a pranzo, per l’aperitivo e a cena e propone piatti della tradizione, serviti da personale cortese e super attento. Dalla veranda panoramica e dal giardino si gode una vista mozzafiato su Volterra e sulle colline toscane: l’atmosfera è ancora più suggestiva a sera, quando la luce delle lanterne anima l’oliveto adiacente.