CASTELFIORENTINO
Un paese in bilico tra tradizione e modernità
In bilico tra tradizione e modernità, ruralità e industria, Castelfiorentino è sempre stata una terra di mezzo, all’incrocio tra la Via Volterrana e la Via Francigena, al confine tra Firenze e Siena.
Castelfiorentino ha cavalcato, più di altri borghi vicini, l’onda della modernità industriale che dall’Ottocento, a bordo treno e su quattro ruote, ne ha trasformato non solo l’impianto urbanistico ma anche il tessuto sociale.
In orbita fiorentina fin dal 1149, Castelfiorentino non ha mai tradito la città del giglio, ma ha cambiato spesso pelle, di pari passo con gli sviluppi o le implosioni della sua economia: è per questo che il Medioevo dialoga con il Settecento barocco e l’Ottocento borghese. Da Piazza Gramsci, sede del mercato del sabato e del Teatro del Popolo – uno dei teatri ottocenteschi più importanti della Toscana – si attraversano le vie del centro, fino a Via Testaferrata, a due passi dalla stazione, dove il Museo Benozzo Gozzoli raccoglie gli affreschi e le sinopie che il maestro fiorentino ha realizzato per due tabernacoli locali tra il 1484 e il 1490.
“La sua pittura, allo stesso tempo colta e popolare è capace di affascinare e di spiegare con grazia e con sapienza”.
Un’altra sosta imperdibile per gli amanti dell’arte è la chiesa barocca di Santa Verdiana – santa patrona di Castelfiorentino – e l’attiguo Museo di Arte Sacra, che raccoglie codici miniati, opere di Annibale Gatti, Taddeo Gaddi, e una Madonna col Bambino attribuita a Cimabue.
A pochi metri da Santa Verdiana, la Chiesa di San Francesco è un raro esempio di architettura gotica, un complesso del XIII secolo, la cui origine è collegata alla presenza del santo di Assisi in Valdelsa nel 1217.
Tornando verso il centro, la ripida costa di Via Ferrucci attraversa l’unica porta rimasta dalle antiche mura e segue fino a Piazza del Popolo, in Castello Alto, la parte più vecchia di Castelfiorentino. Qui, il Palazzo del Comune con il famoso campanile di Membrino, fa da contraltare alla Collegiata dei Santi Lorenzo e Leonardo, una chiesa del XIII-XIV secolo che ospita opere di Annibale Gatti e numerose reliquie. Continuando a salire, si arriva alla Pieve dei Santi Ippolito e Biagio, costruita sul finire del 1100 sulla collina che domani l’intero paese.
Il sabato mattina, in occasione del mercato settimanale – quello delle merci in Piazza Gramsci e quello della frutta e della verdura in Piazza Kennedy – vi consigliamo di fare un giro per botteghe nelle vie del centro.